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imparare  un  mestiere  da  meccanico,  in  modo  da  sfruttare  le

            opportunità occupazionale. E poi via, dentro una fabbrica, per sen-
            tirsi anche lì imballato, prigioniero di scelte non sue. Ma c’era uno
            stipendio  da  portare  a  casa.  Poi  la  folgorazione  dí  un’idea.  Una

            mattina  fredda  d'inverno,  il  ragazzo  ha  lasciato  sul  tavolo

            dellacucina, prima di andare da lavoro a Casiacco, un bigliettino per
            la mamma Monica. Le comunicava la decisione di dare una svolta
            alla vita, senza più tentennamenti. Parlava spesso dei suoi sogni, ma

            non  riusciva  ad  attirare  più  di  tanto  l’attenzione  della  famiglia.
            Meglio  lasciare  poche  righe  scritte  a  mano:  «Farò  l’allevatore  di

            asine». L’idea era matura, imbastita alla buona come progetto,dopo
            un’infinità  di  ore  passate  al  telefono  con  i  responsabili  di  aziende

            agricole  di  tutt’Italia  e  dopo  lunghe  navigazioni  in  Internet,  per
            conoscere  e  capire  il  grado  di  sostenibilità  della  scelta.  Ha  voluto

            dare la notizia in questo modo perché così la madre avrebbe avuto il
            tempo di sbollire la rabbia entro sera, prima dell’incontro risolutivo

            vis à vis. La mamma lo ha incoraggiato, ritenendo che avrebbe dato
            un  senso  ai  campi  del  nonno  Mario,  allevatore    da  una  vita,  oggi

            arzillo  novantunenne  sempre  in  movimento  per  governare  cinque
            ettari  in  proprietà  e  altrettanti  ìn  afiìtto.  Quei  terreni  oggi  sono

            coltivati soprattutto a foraggio per l'alimentazione degli animali, e in
            parte recintati in modo da garantire spazi di libertà fuori dalla stalla.

            L’ultima domenica di gennaio di tre anni fa, il giovane, sempre più
            intraprendente,  si  è  fatto  accompagnare  dalla  madre  ad  Alba

            (Cuneo)  per dare  un’occhiata ad alcune asine  in  vendita.  Sette ore
            tormentate di auto, tra qualche dubbio e tante certezze attorno аl suo

            piano di imprenditore agricolo. L’aria di Alba gli ha fatto bene: era
            pronto a coronare il sogno di avviare un’azienda tutta sua, che poi

            ha  chiamato  Margherita,  con  riferimento  al  nome  di  una  docile
            asinella che gli aveva fatto compagnia
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